Erto e Casso è un comune situato nella Valle del Vajont al confine con la provincia di Belluno, è il comune più occidentale della regione Friuli-Venezia Giulia che ospita all’incirca 371 persone ed è costituito da Erto capoluogo e Casso frazione staccata. Anche se riuniti in un unico Comune, i due borghi di Erto e Casso presentano profonde differenze per storia, lingua e tradizioni. Tra i due abitati infatti sono notevoli le differenze linguistiche: a Erto si parla un dialetto intermedio tra il ladino dolomitico e il friulano, mentre a Casso un dialetto veneto bellunese, simile al veneto arcaico.Sono pero accomunati da due aspetti: l’architettura, per la quale sono considerati monumento nazionale, e il disastro del Vajont del 1963. In seguito al disastro del Vajont Erto si smembra in due parti: il centro storico, costituito da case in pietra molto suggestive che sembra vogliano raccontare la loro storia ed il nuovo abitato, costruito in seguito al disastro più in alto rispetto a quello precedente.
Il paese è posto comunque in una posizione che permette di ammirare le diverse cime fra cui Borgà, Buscada, Duranno, Cornetto e il Monte Toc, propone durante l'estate vari percorsi escursionistici di diversa difficoltà, come il trekking in nordic walking e gli itinerari in mountain bike in Val Zemola o in Val Mesazzo, dove si possono visitare vecchie malghe e avvistare particolari conformazioni rocciose oppure godere della compagnia di animali selvatici quali aquile, marmotte, camosci, stambecchi.
Gode però anche a valle di una bellissima passeggiata ad anello sulle sponde del piccolo lago del Vajont, che attraversa anche le frazioni un tempo abitate e più duramente colpite dal disastro, sul versante opposto del paese, per arrivare poi ad attraversare la frana del Monte Toc e ritrovarsi a godere della vista della Diga del Vajont, costruita negli anni 1957-1960 e all’epoca considerata la più grande al mondo.
Nelle vicinanze della diga del Vajont è posta inoltre una delle più importanti palestre di roccia naturale, nota anche a livello internazionale, nata nel 1978 e comprende più o meno 300 vie di arrampicata di ogni grado.
Per approfondire maggiormente la storia di questo paese è pressoché doveroso visitare il Centro visite del Parco delle dolomiti friulane a Erto, situato nel vecchio edificio che un tempo fungeva da scuola elementare, interamente dedicato alla catastrofe del Vajont del 1963 e diviso in due parti: la prima parte “Vajont Immagini e memorie” che ospita una raccolta di foto d’epoca per far conoscere usi e costumi fino alla fatidica data; la seconda parte invece “Uno spazio della memoria” descrive in modo dettagliato e scientifico l’intera vicenda dalla progettazione del bacino idroelettrico del “grande Vajont” fino al processo.
Anche l’Ecomuseo Vajont: continutà di vita è una mostra che custodisce la storia del paese .
Fra gli eventi più importanti per gli ertani e da non perdere troviamo (in ordine cronologico): il "Tirè al scopetòn" è una tradizione molto sentita dalla popolazione locale vestita con gli abiti tipici, che si svolge durante il carnevale; il "Veinthre Seint" (Venerdì Santo) è un'antica rappresentazione della passione e morte del Cristo che si svolge ogni Venerdì Santo a Erto in un tipico anfiteatro naturale; il simposio di scultura che ogni anno dopo le doverose manifestazioni a ricordo del disastro del Vajont avvenuto il 9 ottobre 1963 si affianca al tradizionale invito a celebrare la continuità di vita.