Patrimonio Mondiale Unesco

Patrimonio Mondiale Unesco

Il ‘World Heritage Committee’ ha ufficialmente inserito le Dolomiti nella lista del  Patrimonio Universale dell’Umanita’ Unesco dall’anno 2009. Un bene che ci appartiene quindi.

Ed appartiene a tutti: a chi sulle Dolomiti ci è nato, a chi le frequenta come meta di vacanza, a chi le conosce dai libri, dalle riviste, dal cinema e dalla televisione, a chi ne ha anche solo sentito parlare o le ha studiate nelle loro caratteristiche geologiche, geomorfologiche, naturalistiche, paesaggistiche, culturali, sportive, sociali, economiche…

La decisione sulla candidatura presentata dallo stato italiano e’ stata presa all’unanimita’ dai 21 membri della commissione Unesco, riunita a Siviglia. Alla proclamazione ha assistito la delegazione italiana guidata dall’ambasciatore all’Unesco Giuseppe Moscato e dal ministro all’Ambiente Stefania Prestigiacomo. In sala anche esponenti delle realta’ territoriali che l’hanno sostenuta.

PATRIMONIO DA 231 MILA ETTARI DI VETTE
Nove gruppi dolomitici per un’ estensione complessiva di 142 mila ettari, cui si aggiungono altri 85 mila ettari di ‘aree cuscinetto’, per un totale di 231 mila ettari, suddivisi tra le province di Trento, Bolzano, Belluno, Pordenone ed Udine: questo il nuovo patrimonio dell’ Umanita’ sancito dall’Unesco il 27 Giugno a Siviglia.

Fanno parte il gruppo formato da Pelmo e Croda da Lago, situati in Veneto, tra Cadore, Zoldano e Ampezzano; del massiccio della Marmolada, posto fra Trentino e Veneto e comprendente la cima piu’ alta delle Dolomiti (3.343 metri) e il ghiacciaio piu’ significativo; il gruppo formato dalle Pale di San Martino, Pale di San Lucano e Dolomiti Bellunesi, per lo piu’ in territorio veneto ma anche trentino; il gruppo formato dalle Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave, le piu’ orientali, suddivise fra le province friulane di Pordenone e Udine (Sistema 4); le Dolomiti Settentrionali, situate fra Alto Adige e Veneto e comprendenti i frastagliati Cadini, le candide Dolomiti di Sesto, le austere Dolomiti d’Ampezzo, le lunari Dolomiti di Fanes, Senes e Braies; il gruppo Puez-Odle, tutto in territorio altoatesino, oggi splendido parco naturale; il gruppo formato dallo Sciliar, dal Catinaccio e dal Latemar, a cavallo fra Alto Adige e Trentino; le Dolomiti di Brenta, le piu’ occidentali, dove vive ancora l’orso bruno, tutte in territorio trentino; il Rio delle Foglie, uno straordinario canyon, unico al mondo, le cui stratificazioni rocciose dei piu’ diversi colori e gli innumerevoli fossili di animali preistorici permettono di ‘leggere’ come in un libro aperto la storia geologica della Terra.

In particolare, il Sistema 4 delle Dolomiti Friulane, si estende nelle province di Pordenone e Udine e per un breve tratto anche in quella di Belluno, ha una superficie di 21.461 ettari ed è racchiuso tra il Piave, l’alto corso del Tagliamento, la Val Tramontina e la Val Cellina. Le Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave si presentano come un gruppo piuttosto unitario e compatto, una suggestiva successione di picchi e cime che regala panorami mozzafiato e scenari inaspettati.

Da nord a sud ecco il Cridola (2.581 m), i Monfalconi (Cima Monfalcon 2.548 m) – al cui interno si trova lo spettacolare Campanile di Val Montanaia (2.173 m) – gli Spalti di Toro (Cadin di Toro 2.386 m) e il gruppo Duranno (2.652 m)-Cima Preti (2.706 m).

L’area si contraddistingue per un elevato grado di wilderness. Qui, più che in altri luoghi, è possibile ammirare tutta la potenza della natura con modesti segni di antropizzazione.